venerdì 8 gennaio 2010

are you Christian?

è questa la domanda che mi sono portata via da Israele/Palestina/Terra Santa.
è una domanda ciclopica, di quelle che ti mette le spalle al muro. cosa vuol dire essere cristiani?
andare in chiesa? allora non lo sono. e non lo è neanche cindo
essere battezzati? allora lo sono, ma allora lo è anche cindo.
credere in Cristo crocefisso e risorto? allora io lo sono, e lui no.
Ma che centra cindo?
centra, quando questa domanda te la fa un soldatino, mitra in spalla, e sai che "sì" è l'unica risposta da dare se vuoi entrare nella sinagoga di Hebron.
sinagoga...che poi è una moschea, ma ormai è una sinagoga, anche se gli ebrei hanno avuto la delicatezza di non spostare nulla, neanche una scritta in arabo.
ma non hanno la delicatezza di fare entrare in un luogo così sacro - la sepoltura di Isacco - i cittadini mussulmani di Hebron, città - mussulmana, fino a prova contraria - della Cisgiordania.

e poi, in fondo: perchè dovrei rispondere? chi ti dà il diritto di entrare così nella mia vita privata? in ciò che c'è di più sacro, per me, e per cindo, e per tutti, la fede?
no problem, ma allora stai fuori.

e tutto sembra normale. sembra normale, alla fine, questa domanda buttata lì così, così come la follia collettiva del paese più bello del mondo.
Non ho visto tutto il mondo, ma non riesco a credere che ci sarà luogo più meraviglioso di quello che ho avuto la grazia di visitare in questi giorni.
Amiche, è tutto: andateci.

are you christian? ci sarebbe voluto il vostro inglese, amiche, per spiegare che purtroppo non sono all'altezza di Cristo, e ogni giorno cado mille volte, ma che sì. Che mi ama l'ho saputo con certezza la notte di natale, a Bethlemme,
e il vostro inglese per spiegare che no, cindo non lo è, ma il suo agnosticismo è saggio e rispettoso, logico e sereno, e che non potrebbe mai fare male a nessuno.
tanto meno a uno che me lo chiede col mitra al collo.

La risposta dei due coraggiosi turisti? in coro: Yes...and Italians.
ok, allora la porta è aperta, prego.

1 commento:

ginez ha detto...

mi è sembrato di essere un po' al caldo, con l'idea di un po' di polvere per strada, un'altra lingua che non conosco, suoni e odori nuovi.

e un mitra. davanti a un luogo sacro. sacro anche per chi crede in un dio diverso.

forse una delle cose che mi piace delle religioni, dei credi (non importa di che fede stiamo parlando, mi vengono in mente anche gli dei pagani di greci e romani), quello che mi piace, dicevo, è questa capacità di immaginare e di credere a ciò che la nostra immaginazione crea su fatti realmente accaduti, ma poco chiari, la capacità di mistificare, di rendersi così piccoli di fronte a qualcosa che nemmeno si conosce... in fondo siamo così piccoli nell'universo! :)

spiritualità, religione... sono affascinanti.

quello che non mi piace è quando ribaltiamo tutto, e invece che ringraziare per ciò che c'è e che non sappiamo da dove arriva, creiamo nuove regole e adattiamo la vita a queste regole, ma soprattutto pretendiamo che altri, non solo le rispettino, ma le adottino. e qui succede il patatràc.

la linea sottile che potrebbe tenere tutto in piedi senza problemi è il buon senso. ma anche se io agisco secondo il mio buon senso, non è detto che risulti buon senso da qualche altra parte, o sì? mah... sto filosofeggiando da sola...
e poi ci sono quelli che proprio il buon senso non sanno cosa sia, vivono solo perché qualcuno gli dice cosa fare, non mettono in dubbio nulla... e diventano fanatici. sfruttati da chi di scrupoli non ne ha, per fini che con spiritualità, religione e credo hanno poco a che fare.

il fanatismo non funziona. non per le religioni, non per la vita quotidiana, la politica, le relazioni di coppia, lo sport, per niente!

e allora devono mettere in mano un mitra a qualcuno per chiedere ai turisti di che religione sono, perché questo credo può cambiare qualcosa, un dio diventa migliore di un altro, e un essere umano, specie se vive nella terra del papa, oggi può entrare.

detto ciò, io avrei risposto: yes, and Italian.

perché in fondo tutti il mondo lo vogliamo vedere con i nostri occhi e una piccola bugia di fronte a un mitra non può che essere frutto del buon senso al servizio di un mondo che di buon senso e logica non ha molta.