è questa la domanda che mi sono portata via da Israele/Palestina/Terra Santa.
è una domanda ciclopica, di quelle che ti mette le spalle al muro. cosa vuol dire essere cristiani?
andare in chiesa? allora non lo sono. e non lo è neanche cindo
essere battezzati? allora lo sono, ma allora lo è anche cindo.
credere in Cristo crocefisso e risorto? allora io lo sono, e lui no.
Ma che centra cindo?
centra, quando questa domanda te la fa un soldatino, mitra in spalla, e sai che "sì" è l'unica risposta da dare se vuoi entrare nella sinagoga di Hebron.
sinagoga...che poi è una moschea, ma ormai è una sinagoga, anche se gli ebrei hanno avuto la delicatezza di non spostare nulla, neanche una scritta in arabo.
ma non hanno la delicatezza di fare entrare in un luogo così sacro - la sepoltura di Isacco - i cittadini mussulmani di Hebron, città - mussulmana, fino a prova contraria - della Cisgiordania.
e poi, in fondo: perchè dovrei rispondere? chi ti dà il diritto di entrare così nella mia vita privata? in ciò che c'è di più sacro, per me, e per cindo, e per tutti, la fede?
no problem, ma allora stai fuori.
e tutto sembra normale. sembra normale, alla fine, questa domanda buttata lì così, così come la follia collettiva del paese più bello del mondo.
Non ho visto tutto il mondo, ma non riesco a credere che ci sarà luogo più meraviglioso di quello che ho avuto la grazia di visitare in questi giorni.
Amiche, è tutto: andateci.
are you christian? ci sarebbe voluto il vostro inglese, amiche, per spiegare che purtroppo non sono all'altezza di Cristo, e ogni giorno cado mille volte, ma che sì. Che mi ama l'ho saputo con certezza la notte di natale, a Bethlemme,
e il vostro inglese per spiegare che no, cindo non lo è, ma il suo agnosticismo è saggio e rispettoso, logico e sereno, e che non potrebbe mai fare male a nessuno.
tanto meno a uno che me lo chiede col mitra al collo.
La risposta dei due coraggiosi turisti? in coro: Yes...and Italians.
ok, allora la porta è aperta, prego.